domenica 10 febbraio 2008

IL RESTAURO DELLA "MAGNIFICA FABBRICA"

In sostanza la Scala è rimasta quella che ideò il Piermarini, solo rinnovandosi continuamente, in special modo, nelle attrezature sceniche per adeguarsi ai tempi. Due elementi infatti hanno sempre contraddistinto il Teatro alla Scala: la sua bellezza monumentale e la sua efficienza tecnologica. Si uniscono due valori, quello estetico,trattandosi di un'opera della cultura neoclassica italiana e quello legato all'attività teatrale con i suoi supporti tecnologici. Le necessità e le evoluzioni dei vari periodi storici hanno richiesto nel corso degli anni innumerevoli ristrutturazioni ed innovazioni. Comunque, nonostante tutti gli ammodernamenti e le modifiche, l'usura e l'inesorabile corso del tempo hanno prodotto il loro inevitabile effetto sulle strutture del teatro, rendendo improrogabile l'intervento di restauro degli anni '70/80.Proprio l'esigenza di adeguare la funzionalità della "Macchina Scala" all'evolversi del tempo,la conservazione e la sicurezza, sono state le priorità che hanno sostenuto il progetto di recupero portato a termine in tempi rapidi, dalla metà del 2002 alla fine del 2004. La parte monumentale è stata interessata da un restauro conservativo, mentre per il rifacimento del palcoscenico, la progettazione e la realizzazione della nuova meccanica hanno tenuto conto delle necessità funzionali del teatro. Ottimizzando e razionalizzando le aree a disposizione sono stati ricavati nuovi spazzi.

L'artefice di tutto questo è l'architetto Mario Botta che considera il teatro un frammento significativo di un paesaggio urbano in continua mutazione ed è con questa fondamentale idea che si rapporta durante il suo lavoro:

  • la torre scenica si raccorda con le due torri dell'acqua degli anni '30. E' sicuramente uno dei centri più interessanti di tutto l'intervento e colpisce per complessità e chiarezza.
  • il trattamento delle facciate e dell'ellisse è realizzato in botticino,pietra chiara della tradizione milanese. Un rivestimento severo, che lascia solo al ritmo regolare di piccole luci incassate la possibilità, durante la notte, di alleggerire e rendere magica la percezione della parte più massiccia dell'intervento.
  • la forma geometrica dell'ellisse viene trattata con una sequenza regolare di feritoie verticali che muovono la facciata nei suoi rapporti con l'atmosfera e la luce.
  • i due corpi nettamente separati tra di loro sono collegati solo orizzontalmente da alcuni passaggi vetrati. E' evidente la scelta di Botta che si confronta con il teatro predisponendo due forme geometriche chiare che guardano alla tradizione di Milano come "città di pietra", silenziosa e discreta come troviamo nell'architettura tardo barocca, negli interventi neoclassici, del Razionalismo e del '900 che hanno contribuito alla costruzione del paesaggio urbano acui siamo abituati.

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