Un grande teatro come la Scala di Milano, grande per le sue dimensioni e soprattutto,come pensava Stendhal, grande perchè sa dare il "massimo godimento musicale", è un organismo vivo che muta nel tempo, che si adegua alle nuove esigenze dello spettacolo, che partecipa e per molti aspetti segnala le grandi svolte della cultura,del gusto,della moda. Seguire la storia lungo il corso dei suoi duecentotrent'anni di vita, la storia dell'edificio, degli artefici degli spettacoli, del suo bombardamento nel 1943 e della sua rinascita, fino al restasuro e alla riapertura del 2004, significa non solo entrare nel vivo della storia della città e del nostro paese, ma affacciarsi sul palcoscenico della cultura internazionale. Dagli ultimi splendori dell'Antico Regime, attraverso due guerre mondiali, a un presente così diverso, e pure ancora capace di credere nell'opera in musica, una straordinaria storia di artisti e interpreti, di musica, teatro e balletto, simbolicamente racchiusa tra 2 allestimenti dell'Europa riconosciuta di Antonio Salieri, lo spettacolo che apriva il teatro nel lontano 3 agosto 1778 e che lo ha riaperto, in un ambiente completamente rinnovato, il 7 dicembre 2004.
La scala è l'oasi della storia, della cultura e dell'arte milanese, al suo interno siamo isolati dalla caoticità del presente, permettendoci il lusso di tornare al passato.
giovedì 21 febbraio 2008
RICCARDO MUTI (direttore d'orchestra)
A Napoli, città in cui è nato, studia pianoforte con Vincenzo Vitale, diplomandosi con lode nel Conservatorio di San Pietro a Majella. Prosegue gli studi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, sotto la guida di Bruno Bettinelli e Antonino Votto, dove consegue il diploma in Composizione e Direzione d’orchestra.
Dal 1986 al 2005 è direttore musicale del Teatro alla Scala: prendono così forma progetti di respiro internazionale, come la proposta della trilogia Mozart-Da Ponte e la tetralogia wagneriana.Il lungo periodo trascorso come direttore musicale dei complessi scaligeri culmina il 7 dicembre 2004 nella trionfale riapertura della Scala restaurata dove dirige l’Europa riconosciuta di Antonio Salieri.
Dal 1986 al 2005 è direttore musicale del Teatro alla Scala: prendono così forma progetti di respiro internazionale, come la proposta della trilogia Mozart-Da Ponte e la tetralogia wagneriana.Il lungo periodo trascorso come direttore musicale dei complessi scaligeri culmina il 7 dicembre 2004 nella trionfale riapertura della Scala restaurata dove dirige l’Europa riconosciuta di Antonio Salieri.
TRISTANO e ISOTTA (prima scaligera 2007)
Il 7 dicembre 2007 si rinnova il tradizionale appuntamento con l'apertura della stagione del Teatro alla Scala. Inaugura il cartellone Tristan und Isolde di Wagner, nel nuovo allestimento firmato da Patrice Chéreau, per la direzione di Daniel Barenboim. Inconsueta l'ambientazione italiana della storia proposta dallo scenografo Richard Peduzzi. L'opera manca dalle scene milanesi da quasi 30 anni dal 5 aprile del 1978. Nello spettacolo che apre la stagione 2007-2008 della Scala, Barenboim e Chéreau realizzano alla Scala un progetto wagneriano accarezzato già nel 1980 e rinviato per un quarto di secolo. Il Tristano, andato in scena per la prima volta il 10 giugno 1865 a Monaco, nasce da una leggenda bretone ed è una delle opere più famose nella storia della musica occidentale. Con un linguaggio fortemente innovativo, l'opera del compositore tedesco dà forma a miti europei antichissimi: l'idea dell'amore come forza capace di vincere ogni ostacolo, compresa la morte, e la celebrazione dell'amore ideale, che non può trovare spazio nella realtà.
Trama:Libretto e musiche di Richard Wagner
Trama:Libretto e musiche di Richard Wagner
Nuova produzione Teatro alla Scala
Direttore: Daniel Barenboim
Regia: Patrice Chéreau
Scene: Richard Peduzzi
Costumi: Moidele Bickel
Luci: Bertrand Couderc
Personaggi Interpreti: Tristan Ian StoreyIsolde Waltraud MeierBrangäne Michelle De YoungKurwenal Gerd GrochowskiKönig Marke Matti SalminenMelot Will HartmannEin junger Seemann Alfredo NigroEin Steuermann Ernesto PanarielloEin Hirt Ryland Davies
mercoledì 20 febbraio 2008
MODA ALLA SCALA (prima 7/12/2007)
Molti i volti noti che non sono mancati alla Prima della Scala, che ogni anno rappresenta una delle vetrine mondane più ambite di Milano, per amanti dell’opera e stilisti che con le loro creazioni più raffinate vestono molti tra gli invitati all'esclusiva serata.
Tra questi, immancabilmente, Giorgio Armani, che assisterà allo spettacolo con Sophia Loren e che è stato scelto da molti ospiti presenti alla serata per via dei suoi abiti eleganti e senza tempo. La stessa Sophia si presenta con un abito a tubino, ricamato con cristalli neri, inserti di velluto e maniche con piccolo volant al fondo in tulle. Anche Silvia Toffanin veste Armani (abito a sirena con corpino un tulle di seta nero), Anna Kanakis (vestito in raso duchesse color bois de rose chiaro, di linea aderente con drappeggio trattenuto su un lato e collo a corolla) e Giovanna Melandri, con abito in seta marrone e scollo a ‘V’. In Armani anche i parenti del direttore d’orchestra Riccardo Muti. Non sono poche nemmeno le signore che indossano grandi mise da sera realizzate apposta per l’evento da Renato Balestra. Tra queste, una delle protagoniste dell’ “Europa Riconosciuta”, il mezzo soprano Daniela Barcellona (in abito nero con ricami colorati), la collega Giulietta Simionato (con vestito in chiffon fucsia e maniche trasparenti) e Sara Castelli, moglie del Ministro della Giustizia.La Principessa Clotilde di Savoia si è invece affidata all’eleganza ricchissima di Valentino, scegliendo un abito della collezione Haute Couture Autunno/Inverno 2004/05. Infine una buona rappresentata di Signore della Milano più elegante, tra cui Giulia Puri, Roberta Fontana, e Cristina Cattaneo, indosserà abiti firmati Alberta Ferretti.
Abito di Renato Balestra
per la prima della scala 2007
Tra questi, immancabilmente, Giorgio Armani, che assisterà allo spettacolo con Sophia Loren e che è stato scelto da molti ospiti presenti alla serata per via dei suoi abiti eleganti e senza tempo. La stessa Sophia si presenta con un abito a tubino, ricamato con cristalli neri, inserti di velluto e maniche con piccolo volant al fondo in tulle. Anche Silvia Toffanin veste Armani (abito a sirena con corpino un tulle di seta nero), Anna Kanakis (vestito in raso duchesse color bois de rose chiaro, di linea aderente con drappeggio trattenuto su un lato e collo a corolla) e Giovanna Melandri, con abito in seta marrone e scollo a ‘V’. In Armani anche i parenti del direttore d’orchestra Riccardo Muti. Non sono poche nemmeno le signore che indossano grandi mise da sera realizzate apposta per l’evento da Renato Balestra. Tra queste, una delle protagoniste dell’ “Europa Riconosciuta”, il mezzo soprano Daniela Barcellona (in abito nero con ricami colorati), la collega Giulietta Simionato (con vestito in chiffon fucsia e maniche trasparenti) e Sara Castelli, moglie del Ministro della Giustizia.La Principessa Clotilde di Savoia si è invece affidata all’eleganza ricchissima di Valentino, scegliendo un abito della collezione Haute Couture Autunno/Inverno 2004/05. Infine una buona rappresentata di Signore della Milano più elegante, tra cui Giulia Puri, Roberta Fontana, e Cristina Cattaneo, indosserà abiti firmati Alberta Ferretti.
Abito di Renato Balestra
per la prima della scala 2007
ABITI & ACCESSORI DI SCENA
MARIA CALLAS (soprano)
Maria Callas (nata Maria Anna Cecilia Sofia Kalogeropoulos), regina indiscussa della lirica appellata di volta in volta come Diva, Divina, Dea e consimili, è nata con tutta probabilità il 2 dicembre dell'anno 1923, sebbene la sua nascita sia circondata da un sostanziale mistero (c'è chi sostiene essere il 3 o il 4 di dicembre). Unica certezza la città, New York, Fifth Avenue, dove abitavano i genitori, è di origine greca. L'origine di questa confusione circa le date è da ricercarsi nel fatto che a quanto pare i genitori, per rimediare la perdita del figlio Vasily, morto durante un'epidemia di tifo a soli tre anni, avrebbero voluto un maschio, tant'è che quando la madre apprese di aver dato alla luce una bambina, per i primi giorni non volle nemmeno vederla, mentre il padre non si curò nemmeno di registrarla all'anagrafe. La sua infanzia fu ad ogni modo tranquilla, come quella di molte bambine della sua età, anche se in precedenza, a soli cinque anni, un fatto tragico rischiò di spezzarle la vita: investita da un'auto, rimase in coma per ventidue giorni prima di riprendersi. Maria coltiva la passione per il canto anche quando la madre, dopo il divorzio, decide di ritornare in Grecia, portando la ragazza con sé. Nel 1937 entra al Conservatorio di Atene e, contemporaneamente, si perfeziona nel greco e nel francese. Lei però ha nel cuore New York e, soprattutto, suo padre, tornare negli Stati Uniti per abbracciarlo e soprattutto per il timore che le vanga sottratta la cittadinanza americana è il suo scopo primario. Raggiunge così il padre: saranno due anni non particolarmente felici (di glorie artistiche) che spingeranno Maria Callas, ancora una volta, alla "fuga". E' il 27 giugno 1947, e la meta è l'Italia. La Callas lascia gli Stati Uniti, come lei stessa disse, con 50 dollari in tasca e pochi vestiti. L'Italia porta fortuna allo scalpitante soprano. Verona, Milano, Venezia hanno il privilegio di sentire le sue "Gioconda", "Tristano e Isotta", "Norma", "I Puritani", "Aida", "I Vespri siciliani", "Il Trovatore" e così via. Nascono amicizie importanti, fondamentali per la sua carriera e la sua vita. Antonio Ghiringhelli, sovrintendente della Scala, Wally e Arturo Toscanini. Il celebre maestro d'orchestra rimane stupito e meravigliato dalla voce del grande soprano tanto che avrebbe voluto dirigerla nel "Macbeth", ma il capolavoro verdiano, purtroppo, non venne allestito alla Scala. Trionfi e consensi entusiasti si susseguono in tutto il mondo. Londra, Vienna, Berlino, Amburgo, Stoccarda, Parigi, New York (Metropolitan), Chicago, Philadelphia, Dallas, Kansas City. La sua voce incanta, commuove, stupisce. Arte, gossip e mondanità si intrecciano nella vita di Maria Callas.Dopo il 1964 inizia il declino della cantante, anche se forse più in senso psicologico che artistico, la sua voce comincia a perdere smalto e intensità, così "la divina" si ritira dal mondo e si rifugia a Parigi. Muore il 16 settembre 1977 a soli 53 anni. Accanto a lei un maggiordomo e Maria, la fedele governante. Dopo la morte, i vestiti di Maria Callas sono andati all'asta a Parigi. Di lei non rimane nulla: anche le ceneri sono state disperse nell'Egeo. Tuttavia esiste una lapide in suo ricordo presso il cimitero parigino di Pere Lachaise (dove sono sepolti molti altri importanti nomi della politica, della scienza, dello spettacolo, del cinema e della musica). Resta nelle incisioni la sua voce, che ha dato vita in modo unico a tanti personaggi tragici e infelici.
MASSIMO MURRU
Nasce a Milano, dove inizia a studiare danza alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala diplomandosi nel '90. Nello stesso anno entra a far parte del Corpo di Ballo. Viene promosso Primo Ballerino nel '94 dopo la sua prima recita come interprete principale in L'histoire de Manon di K.Mac Millan.Da allora ha interpretato i principali ruoli del repertorio classico come: Schiaccianoci, Il lago dei cigni, e La bella addormentata di R.Nureyev, La silfide di P.Schaufuss, La bayadere di N.Makarova, Etudes di H.Lander, Romeo e giulietta di K.Mac Millan.Decisivo per la sua carriera è stato l'incontro con Roland Petit che lo ha scelto come interprete per la sua Carmen alla Scala.Sempre di Roland Petit è "Quasimodo" in Notre Dame de Paris partner di Alessandra Ferri alla Scala.Dal 1998 Massimo Murru è artista ospite residente del Teatro alla Scala di Milano.
ROBERTO BOLLE
Roberto Bolle, a soli 32 anni, è un ballerino di fama internazionale, un personaggio conosciuto e amato anche da chi di danza non capisce quasi niente, forse anche per l'impegno che mette nel sociale. Roberto Bolle entra giovanissimo alla Scuola di Ballo del Teatro della Scala, il suo talento viene subito riconosciuto. Rudolf Nureyev, il più grande ballerino russo del secolo scorso, nota le sue capacità e lo vuole nel ruolo di Tadzio nel balletto Morte a Venezia di Flemming Flindt. Da quel momento la sua carriera è stata in costante ascesa. Roberto Bolle ha danzato con il Royal Ballet di Londra, Il Balletto Nazionale Canadese, Il Balletto di Stoccarda, Il Balletto Nazionale Finlandese, questo solo per citarne alcuni, ma si può dire benissimo che Roberto Bolle ha ballato in tutto il mondo. Nel 2002 balla al Buckingham Palace di Londra al cospetto della Regina Elisabetta II. Nel 2004 Roberto Bolle balla a San Pietro in occasione della Giornata mondiale della Gioventù. Grandi successi che l'hanno portato nel 2004 ad ottenere il titolo di primo ballerino ètoile del Teatro della Scala.
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